Prime strutture

Il Cimitero, Il Municipio...

Descrizione

IL CIMITERO

Quando la cappellania del Gerbo fu eretta nel 1746 a vicaria perpetua, come e ancora adesso Cortereggio, allora ebbe diritto ad un proprio camposanto. Prima invece da canton Petrini i morti si accompagnavano al cimitero di San Giorgio. A quella data dun que risale la costruzione del nostro primo camposanto, che come allora si usava, era situato accanto alIa chiesa, a mezzanotte, dove ora si costeggia la terrazza dell'oratorio maschile e prima era giardino della parrocchia. Da notare che quel primo cimitero era proprieta della parrocchia; in esso v'erano zone riservate alIa sepoltura degli uomini, delle donne, dei bambini. I sacerdoti invece venivano tumulati in chiesa, con permesso dell'Ordinario, come ancora si puo vedere del Can. Giovanni Defilippi; questi fu sepolto presso la porta che va in sacrestia, dove - come si legge nel registro dei morti - si trovava la prima stazione della via Crucis, fuori della cancellata di legno che delimitava il presbiterio. Si puo dire che attorno al perimetro della chiesa primitiva sono sepolti almeno una decina di preti; poi con l'ampliamento della chiesa fu scavato nel mezzo il tumulo dei sacerdoti che servi per tutto il sec. XIX (1).
Nel 1830 e nel 1850 il primo cimitero fu ampliato - come sostiene il Bertolotti - o meglio - come dice Don Leydi - fu annullato con la costruzione di un nuovo camposanto presso quello vecchio, dove attualmente c'e il campo di pallone dell'oratorio "Rino Gallinatto", su progetto Bodoira del 1830 e Bono-Scala del 1843, a cura del Municipio.
Se si corrono i numerosi "ordinati" del Consiglio Comunale, gia a partire dall'ordinato del 22/3/ 1830 sino a quello del 7/6/1845, si scorge costantemente la preoccupazione di dare una sistemazione al vecchio e piccolo cimitero adiacente la Chiesa Parrocchiale, senza contravvenire alle leggi sanitarie. L'unico partito che potesse conciliare i voti, i mezzi e i bisogni della popolazione era quello di ampliarne la superficie; non quello di una traslocazione, come, nella lunga pratica riguardante la definizione del cimitero comunale, una volta ebbe a proporre lo stesso Consiglio.
Questa proposta non era stata spontanea 0 liberamente scelta, ma dettata soltanto da necessita di obbedienza ai decreti dell'Ufficio di Intendenza che, ravvisando l'ampliamento contrario ai sopravvenuti ordini governativi, ordinava al Consiglio di provvedere alIa traslocazione del cimitero. Tocco al Sindaco Giovanni Ellena, alIa guida del paese per uno dei periodi più lunghi a quel tempo (dal 1844 al 1849) sbrogliare la matassa e giustificare davanti alle autorita, se, dopo che la Comunita fin dall'anno 1832 aveva ottenuto dal Supremo Magistrato l'autorizzazione alIa traslocazione del proprio Cimitero nella regione "OLLIVERO",non era stato finanziariamente possibile far fronte alIa spesa necessaria. Egli fece presente che gli scarsissimi mezzi del Comune rendevano impraticabile l'operazione e che il Consiglio Comunale, in base ad un "suo ordinato delli 13 aprile 1843", metteva in campo "il progetto di ampliare l'attuale camposanto" come unica soluzione possibile.
Di questa verita si rese conto l'Ufficio di Intendenza, il Quale dopo avere ancora una volta insistito per la traslocazione, alIa fine, di fronte alIa persistente tenacia dei Sangiustesi e alle loro prevalenti ragioni, si arrese.
Leggiamo nel testa del ricorso un passo di estrema importanza storica: "Se si ritenga che il fabbricato componente illuogo di S. Giusto e posta alIa periferia di un ampio circolo di 160 giornate circa, centro del Quale e la Parrocchia, e agevole il persuadersi che la traslocazione del cimitero fuori di quel circolo, onde avere la debita distanza dalle case esistenti alIa periferia, dovrebbe farsi in luogo distante assai dalla Parrocchia, non senza grave incomodo nel trasporto dei cadaveri. Ne la proposta ampliazione puo nella specie dirsi vietata dai veglianti regolamenti i quali ebbero ad ordinare il trasporto dei cimiteri fuori del concentrico degli abitati, avvegnache questa disposizione dettata dalle reg ole di salubrita pubblica vuol essere da esse interpretata, e non puo quindi trovare applicazione al caso specialissimo in cui if concentrico dell'abitato e distante dalle abitazioni, alcune pochissime eccettuate, il cui interesse non puo prevalere a quello della massa, e che d'altro canto trovasi pur esso garantito merce le savie cautele segnate nella perizia medica del 21/10/1844 e approvate con la declaratoria del Magistrato, nella Quale perizia scorgonsi bilanciate equamente tutte le particolari circostanze della localita ed e ovviato con opportune modificazioni agli inconvenienti che poteva avere il progetto".
Cosi, per tutti questi motivi, la regione "Ollivero" non divenne terra di cimitero. II Magistrato si persuase che ulteriori motivazioni 0 delucidazioni non avrebbero potuto apportare luce maggiore, ma avrebbero soltanto dato occasione ad una ulteriore e indefinita dilazione ad un provvedimento che da oltre quindici anni si andava procrastinando; e final mente il 29/3/1848 acconsenti che si procedesse ad "una semplice ampliazione del cimitero antico".
La caparbia volonta della Comunita riusci a spuntarla in barba allo stesso decreto napoleonico, che imponeva i cimiteri fuori dell'abitato e che, in S. Giusto, sara finalmente rispettato, esattamente e soltanto un secolo dopo, nel 1904, quando avra inizio la costruzione del nuovo cimitero, non in regione "Ollivero" a sud del paese, ma in regione "Perassone" a nord dell'abitato.
Si inizio la costruzione del camposanto attuale su progetto dell'lng. Camillo Boggio; ma non aveva ancora l'ampiezza di oggi, in quanta arrivava dall'ingresso principale all'altezza del cancello laterale escluso. La zona di ampliamento risale solo al 1925. Allora il prevosto Don Scotti cedeva al Comune la tomba del Clero con cripta sotterranea, in cui era gia stato sepolto il parroco Don Leydi, per aprire il passaggio interno aHa zona di ampliamento nel mezzo del fondo, ed otteneva dal municipio il terreno per erigere la Cappella con cripta. Della cappella ideo il progetto l'lng. Cesare Meano, autore della chiesa delle Stigmate a Torino, del campanile d'Oglianico, ecc., nonche della tomba del Comm. Sebastiano Gioannini. Capomastro fu Nigra Antonio di S. Giusto. Decoratore fu Giovanni Comoglio di S. Giorgio.
Come la parrocchia anche il municipio fece preparare edicole funerarie su disegno dell'lng. Mario Actis Perinetti. In questi ultimi anni il cimitero si e acceso anche di notte di lampade votive, si e migliorata la facciata con marmo e la scritta "Pax in Domino", la piazzetta e la via alberata di cipressi ed asfaltata, attraverso la Quale si portano i morti all'ultima dimora.
II "cimitero vecchio", come venne poi comunemente chiamato, resto abbandonato per una trentina d'anni; oggetto di visite sempre più rare e sporadiche.
Con il passare del tempo si affievolirono i ricordi dei sangiustesi ivi sepolti, diminuirono i fiori e le amorose cure ai tumuli (Non esistevano tombe di famiglia), su cui presero il sopravvento le erbacce e le ortiche. I sessantenni ricordano il penoso stato di abbandono in cui venne a trovarsi per tanto tempo quel campo, su cui "santo" e rispettato scese solo il silenzio.
I nomi dei battaglieri fondatori della Comunita si leggevano ancora lungo il muro di cinta; ma del sito ove erano state inumate le bare si perdevano le tracce. Ad essi, almeno, era toccato l'onore di riposare al centro dell'abitato, accanto allagrande Chiesa da loro vol uta e costruita: il più insigne monumento del loro valore.
Nel 1935 (Prevosto Don Scotti), i loro resti, pietosamente raccalti, furono portati nell'ossario del nuovo camposanto; ma il ricordo del "vecchio cimitero" all'ombra del campanile, ove aleggiano gli spiriti magnanimi di coloro che ivi vollero sepoltura e non altrove, anche se ora e trasformato in oratorio festivo "RINO GALLINATTO" restera pur sempre auspicio di grandezza per le nuove generazioni giovanili.


(I) II Bertolotti nota una lapide posta nel 1787 sui sepolcro del clero in mezzo alia chiesa, annullato poi nel 1934 con i Iavori del1'attuale pavimento da parte della ditta Cantino di Rivarolo. A proposito, il pavimento a mosaico del presbiterio fu eseguito dalla ditta Martini di Torino nel 1926.

IL MUNICIPIO

Assicurata la pace ai morti, bisognava provvedere ai vivi. Se la camunita religiosa aveva il suo punto di riferimento, ormai secolare, nella grandiosa Chiesa Parrocchiale, la modesta Casa Comunale,a ridosso della Casa Parrocchiale, risultava del tutto insufficiente ad ospitare gli uffici della pubblica amministrazione; tanto che essa doveva servire anche da scuola elementare ed abitazione del maestro. Ce la descrive il Sindaco Boggio Carlo nel 1856 in un documento interessantissimo: "Trovandosi la casa propria di questo Municipio quasi isolata nel centro del gerbido di questo luogo, senza alcun muro di cinta che tenga lontani da essa gli animali che soglionsi abbandonare al pascolo nel detto gerbido, avviene varie volte che, penetrando essi e salendo per la scala che mena alla sala consiliare ed aIle scuole, lordino la medesima, non senza grave pericolo degli alunni che frequentano dette scuole, e delle persone che pei loro interessi devono recarsi al Municipio".
Si delibero, pertanto, di dare incarico al Geom. Francesco Lancina (altro proprietario di cascina, sulla riva sinistra della Malesina, dalla parte opposta di quella del Botta) di approntare un progetto di restauro e di abbellimento della Cas a Comunale, comprensivo della costruzione di un muro di cinta.
Il Geometra preparo il richiesto progetto di miglioramento e sistemazione della Cas a Comunale, che, su proposta del Sindaco, Ozello Giuseppe, ampliava dallato di ponente la vecchia costruzione, prevedendo nuovi locali per la scuola elementare femminile (per esimere il Comune dalla spesa dell'annuale affitto di altro locale) e per provvedere un locale adatto all'archivio e al catasto. L'Amministrazione sino allora non utilizzava che due soli locali della vecchia costruzione: uno serviva da segreteria, catasto e sala consiliare (la cosiddetta "sala delle congreghe"), non molto ampio, ed incomodo per tanti servizi, specialmente nella stagione invenale; e l'altro, posta a tramontana, ristrettissimo e umido, usato come ufficio di catasto nel periodo non invemale e come archivio, quindi poco sicuro per la conservazione di carte e documenti, per quanta rinchiusi in armadi.
I locali rimanenti erano destinati per le scuole elementari maschili, "pel corpo di guardia" e per alloggio.
La relazione di perizia, evidenziando i vantaggi che ne avrebbe ricavato la Casa Comunale ("posta al centro di un' area di terreno incolto, di ettare 70 circa, attorno a cui sorgono le abitazioni") con la costruzione di locali "per la scuola delle figlie e per l'alloggio della maestra, locale questo più necessario", venne approvata all'unanimita.
Il Sindaco Ozello ebbe il tempo di portare a compimento i lavori di ampliamento previsti (1859-1862); che sono quelli che tuttora appaiono del vecchio Municipio, distinti dall'antico balcone.
Ma il pfogetto del Geom. Lancina spingeva la costruzione ben oltre, sempre a ponente, fino a prevedere l'estensione dell'attuale Palazzo Comunale, con un secondo balcone di facciata simmetrico al primo. Questo successivo ampliamento pero veniva allora rinviato a quando il Consiglio "avra sufficienti fondi".
Si dovra attendere fino al 1971, quando il Palazzo Municipale sara finalmente raddoppiato e reso funzionale aIle nuove incombenze amministrative, con l'accentramento di tutti i servizi pubblici.
Dobbiamo tuttavia ammirare la saggia antiveggenza dei predecessori che cent'anni prima hanno saputo tracciare il cammino da percorrere. E seguendo illoro esempio e, direi, le loro indicazioni, che le ultime Amministrazioni Comunali, con notevole sforzo finanziario, hanno perfezionato le strutture e i servizi della CASA DI TUTTI, facendo del Palazzo Civico il centro motore di tutte le pubbliche attivita e manifestazioni. II Sindaco De Marchi (1964-1975) porto a compimento il vecchio sogno dell'ampliamento, curando la costruzione della parte nuova verso ponente, armonizzata con la vecchia e con la sistemazione della grandiosa piazza antistante; e il Sindaco Fiorina (1980 -1985), restaurata anche la parte antica, vi aggiunse il tocco di prestigio con la decorazione e l'arredamento più modemi.
Nel palazzo civico trovano sede il Consiglio di amministrazione, la segreteria con l'archivio, la Biblioteca Civica, gli uffici pubblici, ambulatoriali ed inoltre la guardia civica. Tutte le civiche Associazioni trovano idealmente sede in Comune:
- la Banda Municipale e il gruppo delle "Majorettes";
- l'associazione ex Combattenti e reduci, costituitasi nel 1966;
- l'A.N.A., associazione degli Alpini, la cui sezione risale al 1965;
- l'A.VI.S., associazione dei volontari donatori di sangue costituita nel 1962; - quella dei Cacciatori, dei Pescatori, ecc. (1).
II Comune, come ricorda il Bertolotti, nel 1858 aveva approvazione dei propri bandi campestri, ossia di un regolamento di polizia rurale ed urbana, in cui si deliberava ad es. l'inizio della vendemmia, della falciatura dei fieni, dellibero pascolo invernale, del fare la legna minuta nei boschi municipali, ecc. Si ebbero in seguito altri regolamenti, come quello edilizio, d'irrigazione, polizia mortuaria; fino ad arrivare ai moderni ed attuali ordinamenti (Piano regolatore, Piano commerciale).

(1) Ricordo ancora la societa "La Sangiustese" di mutua assicurazione contra gli incendi, autorizzata dal tribunale d'lvrea I'11 aprile 1894. Cosi esiste la sezione "Coltivatori diretti".

SCUOLE COMUNALI

Anche le scuole comunali, prima di arrivare all'attuale definitiva sistemazione, completata dal Sindaco Franco Amateis (1975-1980) con la costruzione del nuovo plesso scolastico ad uso scuola media inferiore (Progettista l'Ing. Giovanni Ellena), dovettero conoscere molte e lunghe vicende: sballottate da un locale all'altro, senza mai stabile dimora, in un divenire incessante, determinato dall'incremento della popolazione. L' Amministrazione Comunale, pur sempre vigilante, incontro non poche difficolta per dare un assetto, non tanto decoroso, quanta per lo me no accettabile, aIle sue scuole.
II primo edificio scolastico nel Gerbido risale, come s'e visto, al 1712 accanto alIa prima costruzione della chiesa, con abitazione per il cappellano Don Regis che vi fungeva pure da maestro. Per poter usare ad aula scolastica anche quell'abitazione, si pense nel 1725 di costruire un'altra casa per il Cappellano. Dopo l'erezione della Vicaria perpetua,crescendo ancora il numero degli allievi, si fece domanda nel 1748 al Comune di S. Giorgio di 12 tavole di terreno per uso scuola. Poiche questo si oppose a cederle anche a giusto prezzo, si ricorse all'Intendente di finanza che diede l'autorizzazione.
Per l'opposizione dei Sangiorgesi, si ricorse di nuovo all'Intendenza. In assenza dell'ordinario, il vice-Intendente rinnovo il permesso. E gia si stavano scavando le fondamenta dove ora sorge la parte vecchia del palazzo civico, quando sopraggiunse l'Intendente di S. Giorgio con alcune guardie per obbligare i Sangiustesi a sospendere i lavori e ridurre le cose allo stato di prima. "N e nacque un vero subbuglio. DaIle proteste si venne aIle minacce, e quei pochi Sangiorgesi l'avrebbero pagata ben cara, se non si fosse interposto un frate che nella chiesa del Gerbo predicava il QuaresimaIe" (1). Scommettiamo che erano gia pronte le pietre in mano! Comunque si dovette attendere al 1757 per poter iniziare quella costruzione, ampliata ancora nel 1856. Si usarono poi anche altri edifici. Infatti il Bertolotti nel 1868 notava 2 scuole maschili in mano a 3 sacerdoti e 2 femminili in mano a 3 maestre.
Le scuole agli inizi suscitarono non poco scontento, se alcuni degli stessi Consiglieri Comunali, facendosi portavoce di comuni lagnanze, diedero corso al seguente esposto, cui fece seguito il sollecito intervento del Sotto-Prefetto.

(1) Cfr. P. Leydi in "Cenni storici su S. Giusto", pag. 18.

CONTRO LO STATO DELLE SCUOLE ELEMENTARI: 1870

Ill.mo Sig. Sotto Prefetto
Li sottoscritti, proprietari residenti a San Giusto Canavese e facienti parte del Consiglio Comunale di detto luogo, hanno l'onore di esporre alla S.Y. Ill.ma che lo stato attuale in cui vengono amministrate le scuole in detto luogo sarebbe per niente soddisfacente al pubblico, anzi contrario alle varie deliberazioni prese dal Consiglio Comunale stesso di cui nei verbali 17 -20-24 e 27 novembre 1869.
Vi sono ora due maestri, due maestre ed una supplente; in prima si faceva una scuola mista pei figli e per le figlie; essendosi riscontrato essere cosa poco morale, si stabili dal Sindaco di variare la detta scuola mista e fare invece alla mattina la scuola pei figli, ed alla sera quella per le figlie. Da cia ne nasce li seguenti inconvenienti: per le figlie due maestre bastano, e non hanno le medesime d'uopo d'alcuna coadiutrice, ed invece dovrebbe aversi coadiutore ai due maestri, mediante il quale si potrebbe provvedere alla scuola di tutti li figli e mattino e sera, e non solo alla mattina come sovra gia detto.
Aggiungasi ancora che l'attuale coadiutrice alle maestre sarebbe ancor ella una ragazza, e per nulla avente Ii requisiti necessari per far scuola.
Nell'emergenza ricorrono Ii sottoscritti alla S.Y. III.ma., supplicandola voglia degnarsi di fare quelIe provvidenze che stimera nella sua saviezza, onde le scuole nelluogo di San Giusto vengano sistemate nel modo sovra desiderato dal pubblico, e non nel modo attuale che urta colle varie deliberazioni sovra prese dal Consiglio Comunale.

Per i supplicanti: Gioannini Pietro, Assessore Supplente

LA RISPOSTA

Ivrea, addi 14 gennaio 1870

Al Signor Sindaco, S. Giusto Canavese
La commissione riunita del Consiglio Scolastico, nelle persone del Provveditore, Consigliere Cav. Dottore Germanetti e del Delegato Scolastico Cay. Gromis, recavasi nel mattino de15 corrente alla ispezione della Scuola Elementare di cotesto Comune per giudicare se giusti fossero i richiami di una parte del Consiglio Comunale contro l'ordinamento della scuola cola attuato. I commissari ritrovarono le seguenti cose:
1° - La scuola mista teste istituita dimostra col numero stragrande degli alunni iscritti, che la istruzione fu trascurata negli anni precedenti; giacche si ritrovarono in essa scolari chefrequentavano fin da tre anni la 1" Classe senza avere nulla appreso, e che la scuola mista e ben accetta all'universaIe della popolazione; infatti negli anni precedenti non tocco mai tale numero.
2° - Esaminando gli alunni della scuola mista, ritrovo che la maggior parte della Sezione Superiore potevano essere accolti nella 1 a Classe Superiore, e quindi immediatamente si traslocarono in questa Classe.
3° - Si ordino che le lezioni ai maschi si facessero al mattino e che nelle ore pomeridiane si desse lezione alle fanciulle.
4° - Si ritrovo che la scuola femminile ha un locale inservibile e si invito cotesto Municipio a provvederne un altro quanto piu presto si possa, giacche e prevedibile che nel venturo anno scolastico la scuola femminile non potra aver meno di settanta allieve; la capienza attuale della Scuola basta appena per 50.
5" - Ove il Municipio all'attuale scuola mista volesse sostituire una scuola mas chile condotta da un maestro, dovrebbe poi provvedere una seconda scuola femminile, che tenesse luogo di prima, mentre la gia esistente diventerebbe seconda.
6° - La Commissione tollera per quest'anno che la?: elementare si divida in due sezioni, nella 1" si seguiti il programma della 1" elementare, e nell'altra si attui il programma della 'l: elementare, giacche dovra la 'l: Elem.re diventare 3a e 4" negli anni avvenire, di modo che l'ordinamento della scuola di cotesto Comune dev'essere cosi costituito:
A - Scuola mista nella Quale si svolga il programma della 1" Elem.re, la Quale a mente dei regolamenti deve essere una sola.
B - Seconda Elementare.
C - 3" e 4", diretta da un solo maestro.
In cotesta guisa si regoleranno gli esami finali, che il Consiglio Scolastico si riserva di far dare da una persona delegata a cio dal Consiglio stesso.
7° -Si intima ai maestri di valersi dei libri prescritti dal Calendario della Scuola; ove un altro anno avvenga che essi si ribellino a codesta prescrizione, si obbligheranno i maestri a provvedere del proprio i libri dei loro scolari.
Voglia la S.V. III.ma compiacersi di dare comunicazione della presente al Consiglio Comunale nell'occasione d'una prima adunanza ordinaria 0 straordinaria del medesimo.

II Sotto-Prefetto

Le classi erano, in verita, mal sistemate. Ma dove trovare i mezzi finanziari necessari per costruire un edificio a se stante, con propria vita autonoma, se gli alunni, stipati come acciughe nel barile, erano tutti a carico del Comune (Maestri compresi!) e necessariamente alloggiati in locali di fortuna presso la stessa Casa Comunale e presso locali presi in affitto da privati cittadini?
Per oltre un secolo le cose andarono come poterono. E significativo il fatto che su molti documenti pubblici del tempo compaia la croce, al posto della firma. Imparare a leggere e scrivere: questa la prima impresa. Eppure i nostri Amministratori Comunali, col tempo, seppero organizzare e promuovere almeno l'istruzione primaria. Come la storia insegna, non fecero mai il passo più lungo della gamba. Arrivarono sempre a piccoli passi, ma con mezzi sicuri, seguendo l'evolversi dei tempi e delle necessita. Con deliberazione 2/X/1898 il Sindaco Tapparo Domenico aveva approvato la costruzione di un fabbricato per le scuole a fianco della Casa Comunale e ne aveva avuto il progetto dall'Ing. Camillo Boggio.
In seguito, per economia, il proposito venne accantonato, perche l'Asilo Infantile (Eretto a Ente Morale con riconoscimento legale il 2317 /1899) aveva ceduto un'aula del suo fabbricato. Altri 10cali furono affittati un po' ovunque, nel Malpiardo e lungo la strada provinciale. Ma crescendo la popolazione e facendosi ogni anno più numerosa la scolarita, sia dell' Asilo, sia delle Elementari, fu nuovamente incaricato l'Ing. Camillo Boggio per la formazione di un progetto di due aule, da erigersi nel recinto comunale a fianco delle scuole femminili esistenti. La costruzione, che per qualche metro sarebbe venuta a trovarsi nella zona di rispetto del Cimitero, richiese la giustificazione scritta dell'Ufficiale Sanitario del Comune Dott. Vezzetti, perfettamente d'accordo perche l'edificio scolastico sorgesse effettivamente la dove si voleva, cioe nel concentrico dell'abitato. Egli osservo: "Attualmente per le scuole si fa uso di un fabbricato vecchio che ha tutti i caratteri antiigienici, trovandosi poco arieggiato e piuttosto oscuro; mentre per la costruzione di un nuovo si avrebbero tutte quelle innovazioni dalla legge e dall'igiene prescritte.
Per nulla puo nuocere alla salubrita degli alunni il trovarsi esso per poco tratto nella zona di rispetto.
Fra il fabbricato costruendo e il cimitero esistono allee e grossissime piante seeolari, le quali di perse bastano suffieientemente a purifieare /'aria, se pure questa puo dirsi guasta. Infine, siccome il Comune e disposto ad iniziare tosto il trasporto del cimitero, il fabbricato costruendo non verrebbe a trovarsi fuor di luogo che per poco spazio di tempo".
11 progetto ebbe l'approvazione unanime, ma la sua realizzazione tardava a venire. 11 Sindaco Sansoe Luigi (1899-1905) dovette far fronte, in quel passaggio di secolo, dal'800 al '900, a non pochi problemi amministrativi.
Nel1903 si fece, tra l'altro, l'impianto del nuovo orologio del campanile. E fu dato incarico al Geom. Actis Perinetti Lodovico di presentare un Piano Regolatore (1907).
Fra i grandi lavori si dovette dar la precedenza alla costruzione del nuovo cimitero: prima occorreva individuare la zona ( L'alba del nuovo secolo richiese anche l'elenco dei fabbricati, compilati in base alla nuova nume
razione civica delle case e denominazione delle vie (Curiosa la deliberazione di intitolare la piazza grande "in regione Malpiardo" al nome di Re Vittorio Emanuele III, stabilendo di comprenderla nell'elenco delle strade e piazze comunali: Delib. 2/4/1905. IL mese successive (21/5/1905) si stabiliva la sistemazione e delimitazione dell a "Piazza Vittorio Emanuele III": "Per il rimanente del sito a nord, tolto il terreno su cui dovnl sorgere il fabbricato scolastico, si provvedera alla vendita a lotti ad usa fabbricazione").
Solo più tardi, nel191O, si poterono iniziare i lavori dell'attuale edificio delle Scuole Elementari Comunali, sempre su progettazione dell'Ing. Camillo Boggio; non più a fianco del Palazzo Comunale, ma al centro del gerbido, fra la Chiesa Parrocchiale e la regione Malpiardo. L'edificio, isolato fra il verde, sorse monumentale e imponente, e fu la più grandiosa realizzazione dell'abitato, dopo la Chiesa.
Le mura c'erano, e solidissime. Ora bisognava pensare all'ordinamento scolastico, che, secondo una precedente lettera dell'Ispettore Scolastico, aveva fino allora lasciato un po' a desiderare. A quel tempo il Comune doveva provvedere non solo ai locali, ma anche alla nomina e allo stipendio dei maestri elementari. Le pratiche per il trasloco del cimitero avevano distolto l'attenzione degli Amministratori dai problemi scolastici, i quali erano costretti a chiedere all'Ispettore di pazienta reo Si sarebbe provveduto, come di fatto avvenne, non appena possibile. I pareri dei Consiglieri Comunali non erano sempre stati favorevoli alla costruzione di un fabbricato scolastico nuovo; c'era chi aveva temuto che la rilevante spesa da affrontare aggravasse di troppo il bilancio e facesse nascere il malcontento fra la popolazione, di tutt'altro bisognosa che di maggiori imposte.
Fortunatamente, come abbiamo visto, le sollecitazioni dell'autorita scolastica furono accolte. Per un Comune di 3000 abitanti era indispensabile un edificio scolastico proprio; il numero degli alunni era diventato straordinario. Si fecero, allora, tre classi maschili e tre classi femminili (invece di cinque: due maschili, due femminili, una mista). Con gran sollievo dell'Amministrazione Comunale la Legge Credaro del 1911 soppresse le direzioni didattiche dei Comuni, le cui scuole passarono allo Stato. Infine nel 1919 la figura del Direttore Didattico governativo assunse la funzione del dirigente scolastico. Al Comune rimase il compito della manutenzione dei locali e la facolta di proposta di intitolare le sue scuole ad un grande nome: cosi, nel1966, al più celebrato poeta canavesano, Guido Gozzano, vennero dedicate le più moderne Scuole Elementari del Canavese, completate come sono oggi da Scuola Media (sezione staccata della Media "Nino Costa" di Foglizzo), in seguito alla recente costruzione di un monumentale plesso scolastico, finalmente in grade di risolvere nel migliore dei modi i secolari problemi.

S. GIUSTO NEL 1849

Goffredo Casalis nel volume XVIII del suo celebre "Dizionario geografico storico-statistico-com
merciale degli Stati di S. Maesta il Re di Sardegna" cosi descrive San Giusto di quei tempi:
"San Giusto, comune del mandamento di S. Giorgio, provincia e diocesi di Ivrea, divisione di Torino. Dipende dal Senato di Piemonte, intendenza prefettizia ipotecaria d'lvrea, insinuazione e posta di S. Giorgio.
Sta nel contado di S. Giorgio, ad ostro di questo capoluogo di mandamento, da cui non e lantana che un miglio circa.
La sua positura e sulla strada comunale per S. Benigno.
Anticamente chiamavasi il Gerbo, e veniva compreso nella diocesi di Fruttuaria. Era una delle frazioni di S. Giorgio: non funne distaccata ed eretta in comunita prima dell'anno 1779.
Ha una piazza alquanto spaziosa di forma circolare. Illato australe del Comune e bagnato da un canale derivato dal Malesina.
Il suolo e assai fertile e si produce in qualche ab bondanza gli stessi vegetabili che si raccolgono nell'agro del vicino capoluogo di mandamento.
Gli abitanti sono per lo piu vigorosi e di mente sveglia. La popolazione e di 2456 abitanti".

S. GIUSTO NEL 1868

Dalle "Passeggiate nel Canavese", tomo II, pag. 97 e sS., stralciamo la descrizione che lo storico Antonio Bertolotti riporta della visita compiuta in S. Giusto nella cornice della festa patronale. Il racconto e molto vivace per l'introduzione della forma dialogica e l'azione movimentata. Sceneggiando quindi la narrazione, l' Autore viene in San Giusto da Lusiglie con l'amico Giovanni di Cuneo, persona veramente... indietro (di giudizio), ma che dopo aver compiuto il giro del paese in due giornate, riprende il passo e il senno.
- Vedi questa vasta ericaia con casolari, avente a levante una lunga catena di colli sparsi di ubertosi vigneti? Ebbene questa pianura e S. Giusto.
- Arrivati nel centro, ove sorge la chiesa parrocchiale, io gli proposi di riposarsi un poco in una osteria.
- Lo presi sotto braccio; ed entrammo in essa gia zeppa di bevitori. lo feci un mezzo saluto, entrando; e l'amico mio ne fece uno interissimo; e fummo corrisposti da tutti gli avventori, che si strinsero per farci posto.
Fu portata una bottiglia di birra; ... io mi rivolsi al principale crocchio cosi:
- E una bella festa quest'anno?
- Non c'e male - risposero molti francamente - ma sarebbe migliore se la crittogama non ci rendesse tanto caro il vino.
- E come vanno gli altri raccolti?
Ed a questa e ad altre consimili domande gli avventori, quasi tutti giovanotti contadini, sempre rispondevano con soddisfazione reciproca, poiche io volevo far conoscere al mio ami co di Cuneo quanta regnasse nei Canavesani la schiettezza.
Costoro vollero, costume generale del Canavese, che bevessimo insieme, toccando fragorosamente i bicchieri. Finalmente io salutai tutti e me ne uscii con Giovanni fra strette di mano con buona parte di quei paesani.
- Ebbene che ne dici? domandai io.
- Tutto quello che mi passa sotto gli occhi e ben strano, non eccettuato l'aspetto di questo comune senza vie, ma formato da gruppi di case qua e la sparse nella landa. Ma sarebbe meglio ritornare a Lusiglie.
- Sarebbe un andar aRoma senza vederil Papa se tu partissi senzaavervisto tutto S. Giusto. Intanto guarda come si divide questa terra: sonvi sei distinte sezioni, quelle due a levante sono dette Malpiardo e Sottocosta, quelle a ponente Garimonda e Merzadio, quelle a notte Berchetto, quella centrale in cui siamo e la principale detta la Parrocchia; ed a meriggio sonvi poche case dette cascinali. E vero che non vi sono vie, ma invece troverai ampi viali, ombreggiati da acacie, di cui il principale nella direzione da nord a sud divide quasi in due parti uguali la vasta grillaia. Altri viali minori vedi con platani ed olmi tutti tappezzati da erica rasata, che quasi tutti mettono alla chiesa parrocchiale.
Entrammo in questa chiesa assai vasta. Trovammo cinque altari, di cui il maggiore, quello dell' Addolorata e quello del Patrocinio di S. Giuseppe sono in marmo; altro, in apposita teca di legno dorato, ha le spoglie di S. Giusto. Esaminammo una statua in legno figurante S. Sebastiano, antico compatrono del luogo, che ha pure quivi un bellissimo altare (1).
Uscimmo da questa decorosa chiesa e, gettato uno sguardo al campanile attiguo non brutto, alla vecchia cappella, al cimitero ampliato nel 1850, alla casa del prevosto con giardino, al palazzo municipale abbellito nel 1856 con spaziose scuole ed al peso pubblico dietro il medesimo, seguimmo la nostra passeggiata per S. Giusto. Dalla chiesa, passata una piazza con olmi, arrivammo ad un gruppo di case di civile aspetto, fra cui vi e la farmacia coll'unito ufficio di posta, un albergo, un caffe, una cantina, il gabellotto di sali e tabacchi, il macello ed il panettiere. E quivi era gremito di venditori di gingilli, di dolciumi e di frutta, essendo, come gia dissi, la principale e la centrale parte dell'abitato, anzi il nuc1eo del medesimo. Girondolando altrove vedemmo cappellette spettanti per lo più a privati. Incontrandoci in una cantina, di nuovo appiccicai discorso con la brigata principale parlando della festa e degli interessi locali. Da costoro venni a conoscere che alla dimani vi sarebbe stata la fiera e che altra pure facevasi in maggio, nelle quali il Municipio largisce premi e fonisce banchi ai mercanti. Intanto un consigliere comunale mi faceva apprendere che il Municipio ebbe sempre a cuore di mantenere in buon stato le sue strade coi comuni limitrofi ed altre conducenti nei campi, procurando la costruzione e manutenzione di ponticelli in laterizio, in pietra ed in legname.
Intanto erano arrivati nella cantina alcuni di coloro che gia avevamo incontrato nell'altra canova, e
si unirono a noi con molta cordialita, quasi fossimo vecchi amici. E poi, siccome si costuma, per far una buona festa, passare da una bettola all'altra; cosi noi accettammo l'invito di seguirli e di passare anche in qualche casa privata, onde non offendere l'ospitalita canavesana. Erano le otto quando manifestai il desiderio di ritornare a Lusiglie. Allora ci vennero ad accompagnare fin fuori del territorio. Allorche a mia preghiera ci lasciarono, ci fecero una miriade di gentilezze e d'inviti per ritornare alla dimani alla fiera. Infatti ritornammo a S. Giusto, ove passammo una giornata consimile alla prima. Quel consigliere che prima avevo incontrato mi condusse nel palazzo municipale, ove il notaio Pietro Sona, segretario comunale, gentilissimamente mi forni tutte quelle notizie che bramavo.
Quivi appresi che S. Giusto fa parte del mandamento di S. Giorgio, della provincia e corte d'appello di Torino (2), del circondario, tribunale circondariale e della diocesi d'Ivrea; che nell' ultimo censimento aveva fornito una popolazione di 2426 abitanti, formanti 523 famiglie. Gli elettori amministrativi sono in numero di 288, i politici 94, quelli per la camera di commercio 4. II servizio della guardia nazionale e prestato da una compagnia di 157 militi; quello della mobile e fissato a 13 militi e presta servizio nel giorno della festa patronale e nell'autunno per la conservazione dei frutti (3).
Dalla gentilezza del signor prevosto D. Bona ebbi la seguente media, desunta da ultimi tre anni, delle nascite, dei matrimoni e delle morti, cioe delle prime sarebbe 110, dei secondi 25, delle ultime 80.
Ritornando alIa sera avemmo le stesse cordialita, ed il mio amico porto con se un dolce ricordo di
questa gita. E Dio voglia che a poco a poco anche altri così mal prevenuti siano sgannati.

(I) La cappella riproducente la grotta di Lourdes risale solo al 1921.
(2) Ricordiamo che durante il fascismo il Comune passo sotto la provincia d'Aosta, mentre prima era d'Ivrea.
(3) Allora non c'era l'attuale ordinamento di leva, ma i soldati, lasciati a casa si presentavano solo in certi momenti fissati.

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Pagina aggiornata il 28/12/2023