Giovinezza in un Comune

Un Comune moderno, Sviluppo sociale...

Descrizione

UN COMUNE MODERNO

A conclusione della nostra rapida indagine storica e della rilettura dei principali documenti d'archivio non si puo non sottolineare che lo spirito pionieristico e la nota caratteristica tipica di questo Comune, che fu, appena duecento anni fa, di nuova frontiera, proprio come nelle vaste distese nordamericane ancora da dissodare e da affrancare, dove non pochi emigranti sangiustesi si sono avventurati in cerca di migliori fortune. La crescente popolazione gerbolina si e rivelata ovunque, in patria e all'estero, ricca di spirituali risorse e di inesauste energie, con una straordinaria carica di azione.
E forse questo il destino dei paesi giovani, ancora vicini alla limpida fonte delle prime scaturigini, cioe alle vicende storiche che hanno loro impressa quello slancio vitale e libertario che an cora Ii spinge verso nuove affermazioni e realizzazioni sociali. Solo chi ha provato e sofferto la poverta cerca con tutte le sue forze il benessere; solo una comunita senza storia sente il bisogno di creare la propria storia di autonoma gestione e di prepotente personalita. Duecento anni di storia sono pochi per un Comune che ha la virtu di saper dare e la coscienza di non avere tutto quello che ha dato. Il capitolo del pionierismo non e un capitolo chiuso della storia del Comune di S. Giusto: il fenomeno meraviglioso di una comunita che, conquistata a caro prezzo la propria autonomia, da una originaria economia quasi total mente agricola e primitiva, da paese fino a cento anni fa ancora qualificato «senza vie» dallo storiografo Bertolotti, sa trasformarsi in un centro residenziale e radicalmente elevare il proprio tenore di vita secondo le istanze della moderna societa industriale, e il fenomeno di una civilta in divenire, la cui storia e ancora tutta da scrivere.
Il pionierismo dell'iniziativa gerbolina parte da quel gigantesco abbeveratoio di pietra del 1606, riposto nei giardini pubblici a ricordo dell'antica economia curtense; non si ferma alla simbolica statua della schiava che spezza le catene, ammirata nella Contrada; ma da quei quattro storici Cantoni del Berchetto, del Merzadio, della Garimonda e del Sottocosta distribuiti ai margini dell'enorme centrale distesa disabitata detta del GERBO GRANDE ("Tutto gerbido nudo, senza neppure una pianta d'albero"; unico edificio, la Chiesa ed una casa vicina) arriva al piano urbanistico vaticinato dal primo storiografo di S. Giusto, il Prevosto Don Pietro Leydi, fin dal 1904:
«LE NUMEROSE CASE COSTRUITE E CHE SI COSTRUIRANNO CON CERTO ORDINE, SEPARATE LE UNE DALLE AL TRE, A VENTI TUTTE CORTILE ED ORTO PROPRIO DARANNO L'ASPETTO DI UN VASTO ABITATO, COME DI PICCOLA CITTA, INTERSECATO DA NUMEROSE VIE, CON OMBROSI VIALI, SP AZIOSE PIAZZE, OTTIMO PER LA SUA AERAZIONE».
Ecco delineata la nuova realta sociale, Quale si presenta oggi ai nostri occhi, frutto dell'attività operosa di una comunita di buona volonta, schiva di grandezza, ma che, forte della propria compattezza, ha saputo mettere a profitto le scarse risorse agricole e, con concreta fattivita, realizzare un Comune moderno, dotato di tutte le strutture del vivere civile.
Gli anziani pensionati, seduti all'ombra dei tigli che coronano i giardini pubblici, se da una parte alzano gli occhi pieni di ammirazione verso la monumentale Chiesa che gli avi hanno saputo prodigiosamente innalzare, dall'altra si guardano attorno con stupore incredulo nel constatare che l'estrosa creativita dei concittadini ha dato vita a nuove realizzazioni pubbliche, una volta impensabili: un maestoso Palazzo Municipale, la dove regnava un residuo disordine urbanistico; nuovissime Scuole Pubbliche, Elementari e Medie, affollate dalle incalzanti generazioni e magistralmente dirette da insegnanti locali; l'acquedotto fornisce l'acqua potabile a tutte le case, ormai rinnovate o sorte dal nuovo con elegante civetteria; le imponenti opere della fognatura comunale, rete sotterranea che unisce le abitazioni dell'ampio paese; il progressivo ampliamento della rete di illuminazione pubblica a fluorescenza che illumina a giorno viali ed alberate; piazze ben disegnate in una ordinata impostazione urbanistica che tanto ci privilegia fra gli altri Comuni. Non c'e piu spazio lasciato alla libera occupazione dei nomadi. Gli zingari d'un tempo passano e vanno: gli ordinamenti civili hanno cambiato la qualita della vita in S. Giusto. Dei «Tirapere» e rimasto il ricordo storico, rinnovantesi ad ogni manifestazione carnevalesca; cosi come e rimasto nel cuore il tempo dell'idillio agreste, passato da un pezzo: E' rimasto il sentimento della terra, profondamente radicato nell'animo dei Sangiustesi, è sentito come un desiderio di ritorno nel grembo di quella natura da cui la comunita ha tratto le origini e attinto le ragioni dell'attuale progresso. Gli anziani, mentre commentano che la popolazione e stata per oltre meta ricambiata dall'afflusso di nuove forze d'immigrazione e che gli stessi nativi ormai preferiscono educare i loro figli ad un linguaggio più raggentilito esprimendosi in lingua italiana, ricordano con nostalgia i segni di una civilta agricola ormai soppiantata dai moderni ritrovati dell' eta industriale, e ne parlano con un sentimento maestoso della natura che il progresso, tanto per intenderci, avrebbe soffocato, sostituendo alla poesia della campagna, che s'era incarnata nella vita di generazioni, aspirazioni nuove, verso una esistenza che la stampa e la televisione aizzano con immagini seducenti, fra tavole nichelate e tubi al neon, juke-box e cinematografi. Purtroppo e cominciato l'esodo dai campi, da parte soprattutto dei giovani, che alle alterne fortune del duro lavoro dei campi preferiscono le certezze di un lavoro dipendente a contatto con il mondo più vasto dell'industria.
Sintomi e manifestazioni che possono consolare e far sperare in un ritorno dei valori paesani, con tutte le moderne attrattive ed opportunita educative, sono gli sforzi fatti dalla pubblica amministrazione per venire incontro alle nuove istanze giovanili.

SVILUPPO SOCIALE

S. Giusto è attualmente in espansione demografica, oltreche edilizia.
La dinamica della popolazione registra nella storia del paese una ascendente costante di mille abitanti per secolo; ossia alla fine del 1600 gli abitanti erano 1.000, alla fine del 1700 erano 2.000, alla fine del 1800 erano 3.000 (precisamente 2.760, ma si contavano 700 emigrati). Al termine di questo secolo saranno dunque 4.000? Se non intervengono altre guerre e continua l'evoluzione attuale, con l'aumento di abitanti dal 1962 in poi, in concomitanza alla venuta di immigrati del Sud, si arrivera senz'altro. Infatti dai 1.789 residenti nel 1962 si e giunti nel 1971 a quota 2.353, di cui 1.148 maschi e 1.205 femmine. II progresso scientifico ed igienico sanitario ha incrementato l'eta media della vita, portando alla diminuzione del quoziente di mortalita. Si pensi che per il colera morirono in S. Giusto 215 persone nel 1867, 152 nel 1868 e 105 nel 1869, per rientrare poi nella norma di 70 decessi all'anno, fino ai 30 di adesso.
Ma i segni di una crescita sociale si riscontrano nelle numerose istituzioni e associazioni sviluppatesi in tempi immemorabili e rifiorite sotto la spinta e la promozione di tutte le amministrazioni locali.
Le ricordiamo succintamente, almeno per constatare che a S. Giusto non si sta con le mani in mano. Non si spiegherebbero i progressi raggiunti, come opera collettiva di tutto un popolo, le cui Amministrazioni Comunali, dal dopoguerra in poi, si sono alternate in un appassionato lavoro di superamento e di emulazione, alla testa di un paese giovane, ricco di energie e di native risorse, aperte al fluire della vita dalle mille attivita.
Calcio: l'U.S. Sangiustese e presente con «la prima squadra» nel campionato di 2" categoria, 1'«Under 23» e i «Giovanissimi».
Tennis: un'ottantina di soci impegnati in animati tornei; particolare attenzione e riservata alla preparazione dei ragazzi.
Bocce: numerosa la schiera dei bocciofili, intensa l'attivita estiva per il campionato sociale.
Atletica: «La Podistica» partecipa aIle competizioni regionali con un discreto numero di atleti e organizza a sua volta la «S. Giusto cammina». «La Pallavolo» si esprime attraverso l'impegno di una squadra giovanile femminile.
Sci: Folto gruppo degli appassionati, festoso il clima sociale, numerose le giornate di sport sulle piste delle piu note stazioni invernali.
Le fiorenti associazioni dell'A.N.A., dell'A.V.I.S., degli Ex-combattenti, dell'A.N.P.I., degli ex-allievi di D. Bosco, della Filodrammatica, insieme ai gruppi dei cacciatori, dei pescatori, dei tifosi delle varie squadre calcistiche, degli organizzatori delle feste popolari, esprimono le energie piu attive del paese.

LA CORALE

Il gruppo, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, e nato come coro parrocchiale con lo scopo di solennizzare le funzioni liturgiche: prima composto di soli elementi maschi, poi, dopo il Concilio Vaticano II, diventato misto.
E una delle tradizioni piu care ai Sangiustesi. Forte di 21 componenti, con notevoli possibilità e autentica passione musicale, spronato dall'entusiasmo e dalla valentia del direttore Piero Succa, tenta le esperienze piu diverse, sia in campo liturgico che ricreativo: si ricordano la Messa «Beat», i concerti di canti popolari, le operette.
La massima cura e sempre rivolta alIa musica religiosa, in cui e raggiunto un elevato grado di perfezione nelle esecuzioni a piu voci.

FILARMONICA

La Filarmonica Sangiustese sta vivendo uno dei suoi momenti piu felici. Numerosi giovani e giovanissimi si sono responsabilmente inseriti nei ranghi sotto la benevola guida dei veterani. La popolazione approva e incoraggia. Dallo Statuto della sua fondazione si apprende che e stata costituita da Zucca Giovanni il 30/12/ 1891 e la sua prima sede e stata una sala a pianterreno della Parrocchia.
Ora, con somma soddisfazione di quanti in passato si sono sacrificati, la «Banda», sotto la guida del MO. Francesco Mutalipassi, si presenta alIa ribalta, nelle nuove divise, con ambiziosi programmi concertistici, svolgendo altresi un apprezzato servizio d'onore in ogni circostanza comunitaria.

LE «MAJORETTES GERBOLINE» E I «TAMBURINI TlRAPERE»

II simpatico gruppo folkloristico, composto di deliziose «Majorettes» e di fieri «Tamburini», sotto la guida responsabile del bravissimo fondatore Tonino Enrico, costituiscono ormai la principale attrattiva delle manifestazioni di rilievo.

Non parte integrante del complesso bandistico, ma elemento inscindibile di ogni parata d'importanza, essi sfilano volteggianti sotto gli occhi ammirati della cittadinanza: un vero spettacolo di grazia e di armonia, che dona prestigio aIle nostre istituzioni.

SVILUPPO ECONOMICO

Sulla scorta delle ricerche di Don Silvio Tapparo sappiamo che il Bertolotti un secolo fa si poneva il problema del Gerbido: «II coltivare questi spazi incolti farebbe scalpitare l'igiene pubblica». Allora si coltivava la canapa, il tabacco e il riso, impedito poi dal decreto prefettizio del 1869, come ricordato da una lapide posta sulla facciata del Municipio di S. Giorgio Canavese. Inoltre si allevavano i bachi da seta. Prosegue il Bertolotti: «II fabbricarvi case muterebbe questo villaggio in una citta assai vasta, e percio si puo dire impossibile.
La coltivazione del terreno tra gruppi di case renderebbe S. Giusto diviso in tante cascine, e la costruzione di case non e tanto facile, presentando questo Comune poche o nessune risorse commerciali» (Torno II, pag. 103).
Oggi il poco antiveggente storiografo rimarrebbe di stucco nel vedere come tutto sia stato felicemente risolto, proprio per la presenza di tutti quei gerbidi, rivelatisi non solo la più bella entrata per le finanze municipali, ma l'unica grande ricchezza, una vera terra d'oro per S. Giusto.
Se poi crediamo ai piani curati dall'lres (lstituto di Ricerca Economica Sociale), le prospettive sono ancora migliori, per il fatto che si prevede l'insediamento produttivo lungo l'autostrada, anche se alcune industrie sono state bloccate dalla legge sulla tutela delle bellezze naturali, che vieta la costruzione per un'area di m. 150 dai lati dell'autostrada Torino-Valle d'Aosta.
Ai rivoli di acqua si aggiunsero poi la rete delle comunicazioni ed i nastri d'asfalto. Nel 1887 fu costruita la strada Montanaro - Ozegna su progetto dell'lng. Francesco Serena; in S. Giusto fu fatta la strada nuova, dal fondo gerbido a S. Benigno; tale via nel 1885 da consorziale divenne provinciale. Nel 1887 fu abolito il traghetto con relativo pedaggio sull'Orco verso S. Benigno e fu costruito il ponte. A quell'epoca risalgono pure i ponti suI Malesina nel nostro territorio (1). Negli ultimi 20 anni furono bitumate a lotti le principali strade. Nel 1963 le tenui lampade pubbliche installate poco per volta agli inizi del secolo vennero in gran numero sostituite da queUe al fluoro (2). Intanto s'avvio la motorizzazione privata e pubblica. Nel 1927 si ebbe la prima autolinea tra S. Giusto e S. Benigno. Nel 1934 passa per S. Giusto la corriera Chivasso - Pont. Nel 1938 inizia la storia della concessionaria Nigra Giorgio che portera suI posta pullman per tutte le destinazioni. Ora la società che detiene le autolinee che passano a S. Giusto e la S.A.T.T.I. I trasporti favorirono il turismo. S. Giusto ha degli alberghi: il Caffe Ristorante Lago Maggiore in via 25 Luglio 29 e Cannoniere in via della Liberta 3, il Ristorante Regina in via M. Polo 10, la Trattoria Torino in via 25 Luglio 32 e lo spaccio di bevande analcooliche in via 25 Luglio 27 ter.
In tali ritrovi si possono gustare genuini prodotti della tipica cucina canavesana: bagna cauda, tomini, agnolotti, lepri, fagiani, trote, la fonduta, ecc.
Altre industrie fiorenti sono quelle meccaniche, edili, artigianali.
In particolare segnaliamo quelle delle matite a sfera Toffali, delle cinghie Bassi e delle cinture Gioannini, delle felci Ozzello, delle scope Enrico, ecc.
Al giovedi si tiene dal 1950 un fiorente mercato; si sono aperti due super-market. Molti gli operai che esercitano nel tempo libero altre professioni (part-time farming). Nella campagna aumenta il bosco ceduo e l'indirizzo zootecnico, mentre diminuisce la coltura dei cereali.
L'insediamento industriale più importante, ottenuto dal Sindaco De Marchi, e quello «MOTTURA», grandioso stabilimento di guarniture per tende nella nuova zona industriale Commenda. Gia una cinquantina di famiglie beneficiano di questo ordinato centro di produzione in via di espansione.
E il confortante biglietto da visita per chi entra da sud nell'abitato: un segno dello sviluppo economico del Comune.

0) Il ponte presso la cascina del Gallo, suI quale passo il Bertolotti che lo defini «comodo e nuovo», reca la data del 1862.
(2) Prima del 1920 non vi fu illuminazione pubblica in S. Giusto. Di sera si usciva con illanternino in mana quando mancava la luna...

IL GIUDIZIO DI UN FORESTIERO

E per chi entra nell'abitato da nord, provenendo dal casella autostradale, queste sono le impressioni che riceve il forestiero:
«Lascio l'autostrada, imbocco un rettilineo alberato ed entro in San Giusto. Provo subito una sensazione di riposo. La quiete del paese mi mette in soggezione, per cui direi che - quasi istintivamente - procedo con la macchina in modo da non provocare rumori molesti.
Ecco la grande Piazza, semplice ed armoniosa: alla mole della Chiesa settecentesca fa da contrappunta l'esile e svettante stele del Monumento ai Caduti; il Monumento della Croce e proteso in un abbraccio perpetuo. Subito penso - e poi ne ho la conferma - che il cuore di San Giusto e qui, fra questi tre simboli, i quali - pur essendo stati eretti in epoche diverse - si fondono e armonizzano perfettamente, formando uno scrigno entro cui si riversa la piena dei sentimenti dei Sangiustesi.
Le strade ampie, fiancheggiate da tappeti verdi, le case a due piani, circondate da rigogliosi giardini, lo spazio - prerogativa di questa Cittadina - mi infondono un senso di sollievo e di distensione. L'odore dell'erba primaverile, il profumo dei fiori, gli effluvi della campagna prossima mi esaltante ed evocano in me le immagini del mio lontano Abruzzo.
Mi avvicino a un Sangiustese, per un'informazione. E un uomo sui sessanta, solido, abbronzato. Due occhi castano-chiari, sereni, limpidi, mi fissano e un attimo dopo il visa serio si scioglie in un cordiale sorriso. Incontro altri Sangiustesi, sono invitato nelle case come un vecchio amico. AlIa fine mi sento presQ da viva emozione. Ora comprendo l'amore per questo luogo.
Capisco perche Aldo Marsengo ha definito San Giusto «Una piccola citta-giardino».
I Sangiustesi sono aperti e comunicativi. Parlano con orgoglio della loro Cittadina, dei progressi raggiunti, dei programmi per l'avvenire.
Ci sarebbe ancora molto da scrivere su San Giusto, questo antico «Gerbo» che crea uno stato d'animo particolare nel forestiero, inducendolo a sentirsi quasi parte viva di una gentile ed operosa famiglia».
GIAMBATTISTA CARFAGNA

SVILUPPO CULTURALE

Un notevole passo avanzato verso il riscatto della campagna dal suo mediocre destino di una civiltà in declino è costituito dall'istituzione di una Biblioteca Civica: un vero centro di lettura e di cultura aperto all'intera comunità. Inaugurata nell' estate del 1978,dopo un lungo periodo di inattività è stata riaperta nel 2005 grazie alla volontà dell'Amministrazione Comunale e di un gruppo di cittadini che ne curano la gestione come volontari. La Biblioteca è Comunale, l'attività svolta è quindi un pubblico servizio finalizzato alla promozione culturale dei cittadini nel rispetto della pluralità delle opinioni. La dotazione di libri, patrimonio fondamentale per una Biblioteca, è in costante incremento passando da un numero iniziale di poche centinaia di testi a cinquemila libri attualmente disponibili, che spaziano ampiamente nelle varie branchie del sapere.
Il catalogo dei libri in prestito è anche disponibile via internet in modo da consentire di "visitare" gli scaffali anche da casa e fare le proprie scelte prima di passare dalla Biblioteca; per tutti gli altri invece rimane il piacere di scegliere un buon testo facendosi guidare anche dalle sensazioni fisiche del contatto con il libro oppure facendosi consigliare dai volontari che operano in biblioteca.
Particolarmente ricca è la sezione dedicata ai ragazzi,ritenuti i beneficiari più immediati del servizio. Grazie al progetto di collaborazione con i docenti delle Scuole Materne, Elementari e Medie,offerto attraverso l'organizzazione di visite guidate,percorsi di lettura e prestito libri,gli scolari sono diventati i frequentatori più entusiasti.
Ad oggi il prestito medio mensile è di circa 400 libri; la Biblioteca occupa provvisoriamente i locali ristrutturati degli Ex Ambulatori Medici ed è aperta al pubblico due giorni alla settimana, altri due giorni sono dedicati esclusivamente alle scuole.
Non sono da dimenticare le iniziative culturali delle varie amministrazioni che o con premi di pittura e relative mostre, o con premi letterari di elevato tenore artistico, di prosa e poesia, hanno richiamato in S Giusto personalita illustri insieme ai piu bei nomi della cultura. II «Premio letterario S. Giusto» ha avuto una risonanza forse maggiore fuori confine, ma ha contribuito a far uscire dall'isolamento un paese an cora chiuso fra il Brik e la Malesina. Ne e da sottovalutare la pregevolissima mostra fotografica del Bicentenario, che attraverso una ricca documentazione storica e attraverso le immagini piu suggestive ha ampiamente illustrato il nostro passato.
Che dire poi della passione giornalistica dei Sangiustesi? L'ha accesa la «LA VOS DEL ZERB» diretta dal Dott. Giovanni Giordano (dieci numeri) nel 1946, anche se in forma ancora ciclostilata; ma l'ha rinnovata per lo anni e con piena dignita di stampa «IL TIRAPERE», gazzettino mensile comunale diretto dal Prof. Carlo De Marchi, regolarmente uscito, anche con edizioni straordinarie, dal1964 a11974: una vera miniera di notizie e di documentazioni fotografiche relative alle attivita di un decennio di vita; strumento preziosissimo di informazione e di formazione della cittadinanza, organo di collegamento fra i Sangiustesi in patria e quelli sparsi nel mondo, la cui tiratura superava le duemila copie mensili.
Spetta al «TIRAPERE» il merito di aver lanciato tutte le piu belle iniziative comunali: dall'erezione del Monumento ai Caduti, alla costruzione del Palazzo Comunale, all'invenzione delle maschere carnevalesche, il Tirapere e la Gerbolina, ormai diventate tradizionali quanto quelle di Gianduja e Giacometta (tante volte ospiti e partecipi aIle nostre rinate manifestazioni folkloristiche di Carnevale); alIa sistemazione delle piazze e delle strade, all'ampliamento del Cimitero, alIa costruzione dell'acquedotto e delle fognature. II potere della stampa e quello di seminare le idee; agli altri il compito di realizzarle.
Un'altra funzione continua ad avere il Bollettino Parrocchiale: segue nel tempo gli avvenimenti e li consacra al ricordo della comunita, come documento di vita cristiana attorno alla Chiesa; unico organo di stampa che periodicamente collega la comunita dei fedeli.
La passione giornalistica l'hanno fatta propria persino gli alunni delle Elementari, i quali hanno dato vita al «Gazzettino della Scuola Elementare»: nulla sfugge della realta economica e sociale del paese all'indagine dei giovani cronisti; semplicita e chiarezza il loro vanto; la sincerita la loro prerogativa, l'arguzia la loro arma.
Saranno gli scrittori di domani, sulla scia di quelli illustri che anche S. Giusto annovera. Lo storico Bertolotti ricorda quanto si e distinto nelle scienze il Cav. Giuseppe Cerruti, dottore in medicina e chirurgia, autore di numerosi scritti di carattere medico nella seconda meta del secolo scorso (sulla sordita). In tempi piu recenti abbiamo il vivente Gianni Caravaglio autore de «I grandi capi pellirosse», SEI, 1969; gli storiografi Don Pietro Leydi, Don Silvio Tapparo, Don Silvio Margherio; e non ultimi il Salesiano Don Domenico Bertetto (autore sacra), Carlo De Marchi (saggi critici) e Rino Gallinatto (azione cattolica).
Un tempo in S. Giusto la via degli studi si percorreva attraverso il seminario: molti i sangiustesi che arrivavano al sacerdozio; pochissimi i laici che giungevano alIa laurea. Oggi le cose si sono capovolte: scarse le vocazioni sacerdotali, molti i laureati. Di questi la gran parte sono dediti all'insegnamento dei loro stessi concittadini nella locale Scuola Media; altri hanno raggiunto qualifiche dirigenziali (Direttore Didattico, Preside di Scuola Superiore, Dirigente ENEL), senza parlare di coloro che, in campo militare, hanno raggiunto gradi di prestigio (Capitano di Marina, Capitano Pilota e Comandante di squadriglia aerea di «Tornado») e persino i massimi vertici della carriera (Colonnello e Generale di A viazione). E Quante altre belle menti di giovani sangiustesi si sono gia affermate nel campo dell'ingegneria civile od elettronica, e nell'universo mondo della tecnica, della medicina, dell'economia, dell'arte, della legge! Ricordare oggi tutti i concittadini che hanno superato i gradi accademici e si sono professionalmente qualificati e diventata impresa ardua. Una cosa e certa: la comunita di questo giovane Comune ha espresso in un breve volger di tempo forze di ingegno e capacita professionali tali da riscattare ampiamente i due secoli di umile preparazione.
Quanto son lontani i tempi in cui i nostri avi riuscivano a frequentare la scuola fino alIa terza elementare, poi fino alIa quinta ed anche fino alIa sesta! Era il massimo delI'istruzione possibile in paese.
Ora il Comune e in grado di garantire, non soltanto locali decorosi, dotati di tutte le strutture necessarie alle piu moderne opportunita educative, ma persino gli studi delI'eta postelementare nei tre anni della Scuola Media delI'obbligo. E pregio di qualsiasi lavoro storico ascrivere alI'attuale Civica Amministrazione il merito di aver ottenuto il riconoscimento di una Scuola Media suI posto. Per quanta «sezione staccata di quella di Foglizzo», essa e pur sempre un centro di formazione culturale, ed il piu efficace, per la gioventu di S. Giusto; ed una palestra di educazione civica di valore fondamentale, i cui frutti godranno le nuove generazioni.
Ma il fiore all'occhiello della rinascita culturale operata dalI' Amministrazione in carica restera storicamente l'iniziativa di questo libro destinato a tramandare ai posteri la testimonianza dei primi secoli di vita comunale; ese, come dice Cicerone, «nessuno la sa lunga abbastanza, se non conosce le cose di cas a propria», basterebbe da sola questa realizzazione, indubbiamente di gran valore culturale, per rendere indimenticabile un'Amministrazione nel ricordo di coloro che verranno.

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Pagina aggiornata il 28/10/2024