San Giusto nella Poesia

Paese mio, Il verde dal mio paese...

Descrizione

PAESE MIO

O tara agli occhi terra d'un colore,
che il sole indora e i prati fan sognare!
A te, "SAN GIUSTO", sempre torna il cuore tra quelli che amano ed e bello amare.
Le case e gli orti sono tutto un fiore,
O verde mio paese, a suscitare
un palpito di vita che non muore,
e il campanile levasi a guardare.
Cantano i giovani in note gioconde
il primo amor degli anni effervescenti;
di bimbe un gaio stuolo a lor risponde.
Fra vigne e campi scherzano torrenti
e ti saluta un fremito di fronde,
gente operosa, baciata dai venti.
Carlo De Marchi

IL VERDE DEL MIO PAESE

Tu sei nei miei sogni pill cari:
qual terra promessa, miraggio lontano, qual rara perla nei fondali dei mari, angolo di paradiso arcano!
Rimembro Ie strade polverose,
la terra che scotta i piedi al viandante, Ie fronde pendenti d'acacie odorose,
il filare dei tigli, diritto e biancheggiante.
Ricordo il profumo del fieno,
il concerto del grillo e delle rane, l'azzurro del cielo pill sereno,
Ie miriadi di lucciole lontane!
E, nella notte, il canto del gufo rapace, querulo, sgraziato, eppure amico,
al cui riscontro, stridula, loquace,
la civetta, dal malocchio antico!
E il verde del mio Paese,
racchiuso in un cuor contadino,
e il verde del bel Canavese,
smaltato da un cielo turchino.

Pasquale Pasqualetti

TERRA DI SOGNO

Rivedo ancora i viali e Ie cascate
che l'acqua forma procedendo lesta lunge i fossati colmi, e le borgate
del Tana e del Molino, e la festa
d'ogni anno, quando mio Padre sogno!
Rivivo Ie allegre scorribande,
sento il suono delle "bande",
vedo gli zii e il parentado austero, severo, radicato a tradizioni antiche, sdegnato pel mio "modernismo altero, irriverente"; ricordo alcune amiche della mia gioventu perduta;
le nocciole, la Contrada, le ortiche,
e i1 sapor della "fonduta";
e il cappello da soldato, e un cimiero trovato in un solaio,
e il quadro del mio aio...
E sento i1 profumo di quella terra buona fatta di cose semplici e graziose,
un paese di tante buone cose
ove tutto ride e nulla stona.

Un Emigrato anonimo

CARO CANAVESE

Umile e verde e caro Canavese,
terra d'illustri e di potenti' nomi,
onor per Ie tue storiche difese, io ti saluto.
Percorrendo Ie strade polverose
della fertile piana di San Giusto,
volli notare tra Ie altre cose quanta splendore
tra gente buona, seria, laboriosa.
L'acque dell'Orco e quelle della Dora
m'hanno detto la storia dignitosa di mille imprese.
Cuorgne, Castellamonte e Baldissero
e trentasette ancor, fino a quaranta
sono presenti ognor nel mio pensiero che ha tanto amore.
Verdi colline, verdi immensi prati,
eredi d'una terra senza fine;
vecchi castelli, orti profumati io vi saluto.

Alfio Vinci

CANTO DI PRIMAVERA

Sempre, SAN GIUSTO, sei bello se gli occhi sui verdi prati, sugli orti novelli
poso in silenzio, finche non trabocchi
la gioia al fremito dei tuoi ruscelli.
Quando alla vita operosa i rintocchi
delle campane fatti più snelli,
simili a mana che provvida tocchi, spingono tutti allavoro i fratelli,
allor raccendi il mio canto nel cuore.
Se al mondo un borgo più carD vi sia,
forse Ie donne dal fascino fiero
dire non sanno parlando d'amore,
ora che splendide lungo la via
mostrano forme turbanti il pensiero.

C. Di Emme

AL TITOLARE DELLE NOSTRE SCUOLE GUIDO GOZZANO

Nell'ora trepida dell'imbrunire, spietatamente trafitta nel cuore,
una farfalla non vuole morire,
gli occhi indugiando suI riso d'un fiore...
Guarda nell'ombra d'un sogno incolore la bella favola breve svanire
ed inesausta ancor cerca l'amore quando gia cede il suo vola a finire.
Anche un poeta, aridissimo amante, che de Ie rose il profumo non colse, vago tra Ie forme dal vano sembiante,
finche a Ie soglie la morte l'avvolse; ma quella voce di bimbo sognante siccome un inno aHa vita si sciolse.
Carlo De Marchi

PIAZZA CESARE BATTISTI

Desmentio mai quandi, masna, 'ndasia, d' ista,
per ben tre me is
a San Giust Canaveis
con tuit ij Me,
'n vacansa, a ca
'd Nota 'd Lusie;
desmentio nen el zerb sconfina ch'a finia Ion tan
giu dai Castlan,
ben che saveissa pa
che BATTISTI a j'era ciama. Che sol, che cel,
che erba, e che ale
colora 'd farfale!
Tut j'era bel;
me cheur a rijia
pien ed goi infinia. Desmentio mai
quand giovo sansossi,
im cherdija 'l padron
ed tut el mond,
e riand, da si
e da la, i corija,
e 'ndasia e vnisia
da via Lusie a via del mulin, e saVIJa nen
dij pense, dij sagrin,
dla vita 'l trafen.
PIAZZA CESARE BATTISTI, mach pensand a ti,
a artorna a me cheur
l'antich boneur.
Gabriele Boggio

A S. GIUSTO CANAVESE

Ho visto con occhi verdi
Ie fronde baciarsi
ad arco sulla mia testa.
Ho visto il bianco monumento ai tuoi Caduti,
il silenzio della piazza,
il fascino incredibile delle rose. Ho visto il cavallo sauro
con il ragazzino in groppa correre suI prato;
l'aria lieta e riposata
di ogni domenica pomeriggio.
Marcella Prono

'L NOSTR MONUMENT

Unur e merit
a ti e a chi 't ricorde:
t'e an richiam per vus nin sorde, per i grand e per i cit.
I l'uma 'l monument
a ricord dii nostri mort
an guera
perche a ogni d'un la cosa sia ciera: a l'e ura 'd voreise ben, cara gent.

An tant bel piassal,
a chi ca pasa, fa bela vista,
sia per nui che per i turista;
sara per ti.iti 'l nostr grand ideal.
Parch dla Rimembransa,
fra 'l vert dii pra e dIe piante
ti ta-sause an guglia dIe pi' aute,
a ricordar i cari mort a 'na guerra dla speranza.
Spuse, fieui e mame,
d'ausin la Gesia 'l nostr monument:
cume 'n autern cunsacra a la nostra gent.
I nostri mort a san nin CAIT 'n cause vane.
E nui "Tirapere"
ad ogni ucasiun portuma fiur,
ricorduma i mort cun grand amur,
pensumie semper 'n tIe preghiere.
Versi popolari

NOTTURNO ALLA "ROTONDA"

Dov'era la Rotonda nella notte
svolazza una civetta.
Cerca il suo nido,
che non trovera;
cerca i suoi piccoli, che l'uomo ha disperso.

"Com' era bello il cornicione dritto nel cielo;
com'era bello il cielo
pieno di stelle!"
L'ultimo canto
nella notte
vola,
disperso al vento,
dov'era silenzio
di vergini oranti.

C. Di Emme

SAN GIUST

San Giust, bela, rijenta e laboriosa,
't ses come 'na grand "Ville" an miniadura, come 'na fietta, ancora nen madura,
ma con 'na prospetiva fantasiosa.
Desviandsse an Primavera, la natura
at cheurv ed fior e at vest come 'na sposa; as sent perfum ed tij sla leja ombrosa... mes-cia al terfeuj, al fen e a l'aria pura.
D'ista biondisso ij camp, ai temp dl'amsson, 's desmoro ij marajot an mes ai pra
e j'arssigneuj a canto soe cansson.
D'Otunn, sota ij rifless del sol dora,
it sas desvie an me cheur tante passion... che i vers... quasi a me smio 'd penela.
Salvatore Viviani

IL MONUMENTO AI CADUTl

Serena svetta nel cielo,
al vento
bianca morbida vela
che abbraccia amorosa i segreti
di cuori che han sparso la vita
per far nostra Italia più bella.
Nella tepida notte,
si bacian tra l'erba acerba
due piccoli visi,
si cercan due mani.
E nel canto alto del sole,
son giochi di sempre
di piccoli bimbi.
SuI petto l'antica barba piegando, pensoso,
frescura sicura,
nell'ombra di morbida vela,
ricerca il vecchio ormai stanco di soli.
Vorrei
per un'ora di mia giovinezza, sognare
fra stuoli di strilli,
immerso nell'ombra pulita
di questa morbida vela.
Poi, forse,
tornare fra i mesti pensieri
di ore troppo uguali.
Giuseppe Co'

PASQUA A S. GIUSTO

Si sente nell'aria che e Pasqua: son mille profumi di fiori, son mille colori
e mille armonie
d'intorno!
Si sente il mistico giorno
nei volti ridenti,
nei raggi lucenti
del tiepido sole
e, tutte Ie viole,
son tutte sbocciate..

Campane di S. Giusto Canavese, suonate.. Portate nel mondo
del Cristo risorto
l'annuncio giocondo;
portate il conforto
ad ogni dolore,
l'amore,
la pace verace..
Luigi Maria Marino de Sanctis

PIOGGIA A S. GIUSTO

Scende la pioggia
nel timido mattino d'autunno, in quel di San Giusto,
caro paese,
fonte di cultura
e di operosa gente.
Su' la piazzuola
quasi deserta
Ie foglioline stanehe
degli alberelli
cadono a frotte,
piangono con la pioggia.
Piange il mio cuore
mentre sospiro e guardo
verso l'alto il secolare campanile, mutilato da tremenda folgore. Spunta il sole
a nncuorare,
mentre San Giusto
sfoggia un sorriso
ai raggi d'oro.
Alfio Vinci

L'INNO DEL BICENTENARIO

Non più casolari dispersi
fra gerbidi e verdi campagne.
In terre sudate per altri
la gente non doma s'uni.
Un nome San Giusto si diede e libero sorse un comune,
fiorente del proprio lavoro, più grande dei sogni d'un di.
Ritornello
Uniti da due secoli,
un patto ci stringe onor:
Ie lotte non ci piegano per Viver con onor.
San Giusto nella storia vuol dire libertà.

Parole di Carlo De Marchi Musica di Piero Succa

A SAN GIUSTO

Guardando il gran piazzale
dei miei giochi di bambina, oh! miracolo mi appare...
Qui una rosa.. là una panchina...
Del sol primaverile,
un raggio m'accarezza
e un ricordo gentile
riempie il cor di tenerezza.
Tu che m'hai vista bambina giocar con la tua ghiaia m'offrirai una panchina
per'la stanca mia vecchiaia.

Il vento passa, e Ie foglie fa tremar...
Ed il tramonto mi coglie ancora qui a ricordar...

Peretti Adriana Santipolo

DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA

San Giusto è una metropoli (detto senza pretese!)
anche se voci stolide
lo chiamano "paese".
Ormai siam con l' America
su un piano d'eguaglianza. Vogliamo, sorvolandolo, notarne l'importanza?
I grattacieli s'ergono
nel cuor della contrada;
son tre (compreso il Sindaco) (*) il quarto... è a meta strada.

Fioriscono Ie industrie: facciam scope e tomini.
Le vie anche più misere teniam come lustrini.
Di fronte all'incantevole luce meravigliosa
che lo stradone illumina, Brodwaye poca cosa!
La "Fiera" che l'America tanto acclamando sta,
noi la facciam più splendida: la "Festa d'la Contra!"

E il "night" del nostro Gerbido chiamato il "Cannoniere"? Forse è più miserevole
dei nights d'oltrefrontiere?
I ponti? Discutiamone
col massimo decoro.
II Broocklin, si, e notevole, ma noi abbiamo il "Noro"!

I fiumi? Ma diciamolo
con tutto il nostro ardor:
New York ha I'Hudson. Bubbole. San Giusto ha l'Eva d'or!
Pertanto esulta, O popolo, bandisci ogni timor:
San Giusto e una metropoli
e non s'arresta ancor!

Gianni Caravaglio

(*) II Sindaco Giuseppe Cappo.

TERRA DI PACE

"Sempre un villaggio, sempre una campagna" mi fa tornare a vivere con gusto
l'immensa e dolce pace che ristagna
nel ridente paese di San Giusto.
Non v'e poeta che non canti il bello
d'un solo sasso o d'una sola mela;
non v'e pittor che prenda il suo pennello senza fissar qualcosa su la tela.
II viale che precede il paesino
e gia un dip into del più grande artista; nessuno puo sol care que! cammino
senza aguzzare bene la sua vista.
In questo regno piccolo e audace,
dove il silenzio imp era suI passato,
la gente vive e vuol soltanto pace
al segno dell'amor che ha conquistato.

Alfio Vinci

SOGN PAJSAN

San Giust, me bel pajs, 't'asmiavi 'n but mingherlin 'n mes di 'n camp
'd fiur pi bej che ti.
N'a man l'han tendute sulecita, amurusa, sapienta; l'ha ranca j'erbasse,
l'ha curate cun amur.

Ades 't'asmie 'n fiur ver, dai bej culur, quasi fiuri, an mes di 'n buchet
'd fiur fint e sbiadi.

'T-ses splendid, vi-u, rina; 'n di nen trop luntan, chissa, 't-ciamruma urgugliuss: "La nostra Sita".

G.B.D.

SAN GIUSTO NELLA LEGGENDA DI MISOBOLO

Più volte già nelle trascorse estati, MISOBOLO sorgeva a guerreggiare contro SAN GIORGIO e i suoi forti alleati.
D'esser colonia dell'antica Roma
si vanta, e posseder lo spirto e il braccio; onde quella fierezza non mai doma.
Corse la voce che i Misobolani offendesse San Giorgio nell'onore,
che gittasser scherzando motti insani.

Nostra piccola terra si commuove; siccome dal Vulcan scossa, traballa; all'ire antiche unisconsi Ie nuove.
Da varie parti con robuste schiere, Montalenghe, Cuceglio, Orio, Barone,
gli amici s'adunar a sostenere.
Quindi si leva da cento e cento
petti, di guerra formidabil grido; s'oscura per pietade il firmamento.
S'immergon Ie spade e lance in seno; e poi cupo silenzio! Errar la morte
tu vedi ormai in tutto quel terreno.
E di sangue rosseggia la pianura,
ed i solchi e i vigneti di quei forti; inorr'idita sembra la natura.
Fra baglior foschi, fra fiamme roventi mesti s'aggirano quegli abitanti;
e mugghiando fuggir vedi gli armenti.
Oh di lotte civili orribil sorte,
quanto sangue ci costi e quanto pianto! Strage a strage succede, morte a morte.
Fuggono al piano con nuovo desio
Ie donne di Misobolo coi figli
a dissodare terreni in oblio.

Tornano fieri a fecondare il suolo,
ed in aratri converton Ie spade
MISOBOLO E SAN GIUSTO, UN POPOL SOLO!
Le fresche genti vivono sorelle;
case a case s'aggiungono, e Ie nuove
sulle antiche si levano più belle.
Ma tutti hanno un pensier di fe', di zelo, d'affollarsi al tempietto sacro antico,
dove la mente si solleva al cielo.

La Vergine, composta alla dolcezza, Ii richiama a veder quei siti cari, che fan gustare una divina ebbrezza.

Della Madonna a la pia dimora ora ritornan a invocar con fede la cara di Misobolo Signora.

(Dal poemetto in 5 canti del Salesiano G.B. FRANCESIA, "LA MADONNA or MISOBOLO", stampato dalla Scuola Tipografica D. Bosco di S. Benigno nel 1922).

HO VISTO IL TUO PAESE

Sono passata,
trattenendo quasi il respiro, leggero il passo e
lieve:
sono passata,
nel tuo paese!
Quando narravi,
e s'accendeva il tuo visa
e negli occhi di gioia brillavi,
. .
lo non capivo
L'ho visto, il tuo paese,
la sagra settembrina, il campanile guarito,
l'ombroso noce, del qual tu mi parlavi, i filari d'uva a maturare,
i tigli dei suoi viali.

E ripreso a camminare
il tempo;
l'ore a trascorrer nel quadrante; son tornate
a suonar Ie campane
mutilate!
Come un saluto cordiale
il suono festoso a distesa. Lontano
ne odo il richiamo;
sorrido:
ancora uno sguardo laggiu
al paese caro
ove sei nato tu!

Mirella Bianchi

VECCHIO CORTILE

Cortile deserto e grigio
d'una casa di citta:
triste,
come la solitudine che mi circonda;
E la mia palestra, il mio mondo; e la fabbrica dei sogni miei
più belli!
Che importa
se attomo v'e il nulla;
che importa
se il sole e grigio quaggiù?
Nel tempo
a ritroso cammina il ricordo,
e tanta fantasia l'e compagna. Verdi,
i prati rivedo d'un di
ch'io vissi:
miriadi di bianche farfalle, leggere,
Azzurro di cielo, verde dei prati; fiori, fiori,
tanti cosi!

Che importa
se piange il mio cuore; tu sai,
vecchio cortile di citta, che io, come te, nulla nel nulla siamo; lantana
nel tempo passato,
io bambina
e tu prato,
di verde e di fiori vivemmo
e di felicita!
Mirella Bianchi

SAN GIUSTO CANAVESE (Brindisi)

- Evviva San Giusto ­con cordi cantiamo,
e per la sua festa
giulivi brindiamo.
Giorno e di gaudio
di luce e d'amore,
qui spandono balsami
i giardini in flore.
Discende dal cielo
sui campi un peana,
di gioia e di vita,
do1cezza sovrana.

Sale l'omaggio
di cuori e di menti, tra nuove preghiere, tra palpiti ardenti.
Riempiamo i bicchieri di vino novello,
e al Santo Patrono brindiamo con quello.
Alziamo Ie coppe, brindiam con gli amici, pei tempi che giungono sereni e felici;
per la pace santa,
per ogni speranza,
per l'opere nostre,
per la fratellanza.
- Evviva San Giusto ­con cordi cantiamo,
e nella sua festa beviamo e brindiamo!
Onorina Furno Marchese

LA VASCA DI PIETRA DEL 1606 SU QUESTA PIETRA...

Brandello di storia
del mio paese,
ti amo!
Cos'altro potrei dire su di te
di questa più nuda verita
di questa più assurda verita...
Ti amo!
Sono Ie uniche parole
per poter definire
l'estrema bellezza
della tua nuda pietra
che dirotta la mia anima
in un mondo diverso
in un mondo remoto
in un mondo sperso
fra il '50O e il '600
quando S. Giusto non era
ma alIa tua conca ricolma
ristorava gli armenti
una gente non finta,
il popolo rude
dei cascinali
sparsi tra il gerbido e il verde piano. Amo la tua mole
minacciosa,
la tua rozzezza
vlgorosa,
amo la possanza
di tutto l'esser tuo,
amo il relitto
non spoglio d'orgoglio,
amo il silenzio
che mi colpisce
che m'incatena
della tua pietra dura
tra storia e natura
Oggi
mirabilmente confusa.
C. Di Emme

In morte di Fratel DARIO TAPPARO

il giovane missionario della Consolata. vittima di un incidente stradale in Tanzania a 38 anni
il 26-4-1980; fratello di Don Silvio

ADDIO, SAN GIUSTO, TERRA LONTANA E VERDE.

Foreste vergini, infuocate lande, e un crocefisso sul mio petto. Pur conoscendo Ie strade
mai piu arrivero alla meta.
Nel cuore, negli occhi
i fratelli nella fede.
La morte mi sta guardando
da un motore in corsa.

Ahi, che strada lunga! Ahi, che vita breve!
Ahi, sogni infranti
prima del calar del giorno!

Tanzania,
tomba lontana e nera.

C. Di Emme

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Pagina aggiornata il 28/10/2024